giovedì 3 dicembre 2015

GHOST BIKE E RICHIESTA DI FARE QUALCOSA. PER TUTTE LE ANNAMARIE, E PER I LORO FIORI


Un ramo di vischio, vero, nel cestino della bici bianca. "Perché mia nonna non me lo avrebbe mai perdonato se le avessi messo qualcosa di finto, lei che amava i fiori". Una vita, quella di Annamaria Benasi, che si è spenta un anno fa, proprio come oggi, nell'attraversare la strada. La strada è la ex statale, di fronte al supermercato Famila. A parlare è il nipote, Carlo Pellegri che proprio questa mattina ha voluto essere presente nella posa della seconda ghost bike cittadina. "L'anno scorso, proprio alle 11, è successo quel che è successo. Questa bici mi ricorderà per sempre quei momenti, e tutte le emozioni che non auguro a nessuno. Ma questo non è solo il simbolo di quel che è stato, a prescindere da quello è un monito affinché si ponga mano alle problematiche legate alla viabilità". Non si può dare sempre la colpa alla strada, come ricorda Carlo, c'è un destino o "Per me che credo, un volere di Dio in quel che succede". Questo non toglie che a porre mano alle problematiche della viabilità di una città siano gli uomini. La soluzione sarebbe quella di cominciare a far fronte ai problemi. "Basterebbero semplici cose, tante a costo zero o quasi, per cominciare a lavorare sulla sicurezza in città come nelle frazioni" spiega il comitato Slow Town promotore dell'iniziativa. Il Comitato ricorda il Bike to school del giugno 2014, la segnalazione delle problematiche nelle varie vie cittadine allo stesso assessore alla partita, Giovanni Leoni, le situazioni limite (limite se non al di fuori) di quel che prescrive il Codice della Strada. Ad oltre un anno le situazioni limite (se si eccettua un abbozzo di intervento in via Baldesio) sono le stesse di allora. Ci sono i soldi per unire via Paul Harris a via Petofi. Con quei soldi si potrebbero fare una trentina di attraversamenti pedonali rialzati laddove servono. In centro "Come nelle frazioni dove, non ce ne dimentichiamo, ci sono problemi altrettanto seri legati alla sicurezza e alla viabilità". Intanto che il tempo passa, una donna attraversa nello stesso luogo, nello stesso punto: "Ecco - spiega l'avvocato Pellegri - l'anno scorso andò proprio così". C'è un passaggio, e la gente passa. Sono donne in bicicletta per lo più, anziane. "Che vanno a far spesa, perché da questa parte della città non c'é quasi nessuna possibilità di farla". Donne anziane, come lo era Annamaria Benasi. Destino, o forse volere divino, o forse chissà. Resta il ricordo, una bici bianca al margine della strada e la sensazione che ancora poco o nulla sia stato fatto. "Ecco - cocnlude Carlo - saranno intransigenti, o talebani come li hanno definiti e rompiscatole, ma stanno facendo una battaglia giusta. Che non è una battaglia per loro, è una cosa che deve riguardare tutti. Sediamoci tutti attorno ad un tavolo, e guardiamo quel che si può fare". Un invito, questo fatto all'amministrazione. Che non ha responsabilità in quel che c'é ma ha responsabilità nel - almeno sino ora - non porvi mano. "Chiediamo - chiosa il comitato - che si abbia il coraggio di fare perché le parole non servono più, senza fatti concreti. Chiediamo a questa amministrazione di distinguersi, di intervenire. E continueremo a chiederlo". La gente passa in bici, o a piedi. Tante Annamaria, con i loro nipoti, i loro sorrisi e i loro fiori, che meritano risposte. Qui, come in tutta la città, frazioni comprese.

Nazzareno Condina

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