lunedì 13 ottobre 2014

LO SPAZIO DI ARRESTO = SPAZIO DI REAZIONE + SPAZIO DI FRENATURA

Lo Spazio di arresto
di Vincenzo Di Michele*
L’argomento dello spazio di arresto è di quelli che si ripetono con una certa insistenza nell’insegnamento didattico finalizzato al conseguimento della patente di guida. Argomento questo, di rilevante importanza stante la sua stretta correlazione con tutte le tematiche  stradali inerenti la distanza di sicurezza ovverosia della distanza che si deve tenere rispetto ai veicoli che  precedono.   Nella realtà pratica di tutti i giorni  ogni conducente compie la manovra di arresto del veicolo con naturalezza ed automatismo. La ripetitività di un determinato comportamento tralascia però il più delle volte l’invito alla riflessione.
Pertanto, si richiama l’attenzione del lettore sulla descrizione della manovra dello spazio di arresto.
Si immagini un conducente che transitando su strada scorga improvvisamente la presenza di un ostacolo improvviso sulla carreggiata , come ad esempio un veicolo in panne. Una volta percepito il pericolo il conducente pigerà il pedale del freno per esercitare l’azione frenante. Tale azione  non sarà immediata dal momento che passerà un certo tempo definito “ Tempo di Reazione ” dipendente dalle condizioni psicofisiche del conducente, ove non si riscontra alcuna azione frenante del veicolo.
Terminata questa fase avrà inizio l’effettiva azione  di frenatura del veicolo . 
Per arrestare il veicolo nel  minor spazio possibile il conducente deve intervenire sul freno con un’azione energica evitando però il bloccaggio delle ruote poiché oltre ad allungare lo spazio di frenatura ,  si comprometterebbe in maniera inevitabile la tenuta di strada del veicolo. In fase di frenatura  è buona norma intervenire sul pedale della frizione il più tardi possibile , in modo da poter sfruttare l’azione frenante del motore. Tale manovra richiede numerose esercitazioni di guida per una discreta manualità  ed è sempre stata nelle lezioni di guida pratica , un insegnamento che manifesta delle difficoltà iniziali di apprendimento negli allievi . 
Per Spazio di arresto  si intende la somma dello Spazio di reazione e dello Spazio di Frenatura (fig.1 spazio compreso tra il punto A ed il punto C ).
Lo Spazio di reazione è la distanza percorsa nel tempo di reazione ovverosia lo spazio percorso nel tempo che intercorre tra l’istante in cui il conducente percepisce il pericolo e quello in cui interviene sul pedale del freno (fig.1 spazio compreso tra il punto A ed il punto B). Tale distanza dipende dalle condizioni psicofisiche del conducente e dalla sua prontezza di riflessi.
Mediamente si calcola per ogni conducente il tempo di 1 secondo quale tempo intercorrente dalla percezione del pericolo a quello di intervento sul pedale del freno
Lo spazio di frenatura è la distanza percorsa dal veicolo durante l’azione frenante fino all’arresto (fig.1 spazio compreso tra il punto B ed il punto C).
Tale distanza dipende dalla velocità del veicolo, dal tipo di pavimentazione stradale , dalle condizioni atmosferiche, dalla variazione altimetrica  stradale, dalla presenza sul veicolo dei dispositivi correttori di frenata. Alla stregua del suddetto assunto non si può negare, a parità di velocità del veicolo e di condizione psicofisiche del conducente  la migliore  azione frenante esercitata su una strada con asfalto rugoso,  in presenza di sole , su un percorso in salita e con un veicolo equipaggiato ad esempio con correttori del tipo A.B.S. anziché l’azione frenante esercitata su una strada dissestata con asperità, in presenza di ghiaccio, su un percorso in discesa e con un veicolo equipaggiato con un sistema frenante di base senza alcun dispositivo di correzione.
Lo spazio di frenatura si ottiene dalla  seguente formula: Spazio Frenatura = V x V / 250 x dove V è la velocità del veicolo ed f è il coefficiente di aderenza della strada   .Chiaramente tale spazio sarà minore se la velocità  sarà minore ed il coefficiente di aderenza sarà maggiore. Normalmente un tratto di strada con asfalto rugoso ha un coefficiente di aderenza pari a 1 mentre un terreno asciutto non asfaltato ha un coefficiente di aderenza pari a 0,5.
Lo spazio di reazione ( Spazio reazione = V  x Tempo reazione) si calcola moltiplicando la velocità del veicolo x il tempo di reazione del conducente che come già detto è quantificato mediamente in 1 secondo .
Chiaramente ogni conducente non sarà vincolato alla conoscenza in maniera dettagliata delle or citate distanze , tuttavia nell’insegnamento didattico l’allievo viene preparato sulla conoscenza in via approssimativa dello Spazio di arresto e dello Spazio di reazione attraverso le semplici regole riportate nella tabella 1 e nella tabella 2 , di modo che possa avere un concezione aderente alla realtà di quanto spazio gli occorre per fermarsi .
Nella tabella 1 viene quantificato lo spazio di arresto alle diverse velocità .Alla velocità di 50 Km/ h lo spazio di arresto è circa di 25 m .Alla velocità di 100 Km/ h  tale spazio  è circa di 100 m.
Come si può ben osservare se la velocità raddoppia lo spazio di arresto non raddoppia bensì quadruplica.  A tal conto non  si può certamente sottacere la sensibilizzazione promossa dalle Istituzioni per una circolazione stradale improntata sulla velocità  adeguata alle regole della prudenza.
Nella tabella 2 viene quantificato lo Spazio di reazione alle diverse velocità calcolato  sulla prontezza di riflessi del conducente nel tempo di 1 secondo. Alla velocità di 50 Km/h lo spazio di reazione è di circa 15 km/h . Alla velocità di 100 Km/h tale spazio è di circa 30 metri.
Considerando che nel cosiddetto Spazio di reazione  non si esercita alcuna azione frenante da parte del conducente, non si può anche in questo caso trascurare il dato dell’importanza della velocità quale elemento di primaria importanza per un minor spazio percorso nel tempo di reazione.
 Infatti , tale distanza potrebbe anche aumentare allorché il conducente pur non facendo uso di alcool o droghe ,sia in uno stato di stanchezza, emotivo o  abbia assunto   farmaci che compromettano la capacità di guida.Alla stregua della suddetta analisi dubbi non permangono circa il  controllo della velocità da parte degli utenti della strada.   
     

Figura 1

      
                                                      SPAZIO  DI  ARRESTO
                     //====================================================//                            
 
                     SPAZIO DI REAZIONE                         SPAZIO DI FRENATURA     
                    //==================//==================================//
                    A                                       B                                                                            C
 
              Spazio di arresto  =  Spazio di Reazione + Spazio di frenatura
Articolo  in riquadro n.1

Tabella 1  Lo Spazio di arresto

In modo approssimativo lo Spazio di Arresto si calcola elevando al quadrato le decine delle velocità o anche togliendo uno zero alla velocità e poi moltiplicando per lo stesso numero.In tale modo si ottiene una distanza espressa in metri.

Lo Spazio Arresto al variare della velocità

 
50 Km / h  =        5 x 5 =      25 m
60 Km / h  =        6 x 6 =      36 m
70 Km / h  =        7 x 7 =      49 m
80 Km / h  =        8 x 8 =      64 m
90 Km / h  =        9 x 9 =      81 m
100 Km / h  =     10 x 10 =   100 m
 
Articolo  in riquadro n.2

Tabella 2      Lo Spazio di Reazione

In modo approssimativo lo Spazio di Reazione nel tempo di 1 secondo, si calcola moltiplicando il numero 3 per le decine delle velocità o anche togliendo uno zero alla velocità e poi moltiplicando per il numero 3 .In tale modo si ottiene una distanza espressa in metri.
Lo Spazio di Reazione al variare della velocità
 
50 Km / h  =        3 x 5 =       15 m
60 Km / h  =        3 x 6 =       18 m
70 Km / h  =        3 x 7 =       21 m
80 Km / h  =        3 x 8 =       24 m
90 Km / h  =        3 x 9 =       27 m
100 Km / h  =      3 x 10 =     30 m
* Dottore in Scienze politiche
Insegnante di teoria ed Istruttore
di Pratica per tutte le categorie
di patenti
Collaboratore Redazioni Stampa

http://www.asaps.it/articoli/Art_2005/0034.html


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