martedì 31 gennaio 2017

PARTECIPA AL CORTOMETRAGGIO !

In occasione della Città dei Bambini 2017 abbiamo deciso di realizzare anche un Cortometraggio, che provvisoriamente abbiamo chiamato "Con gli occhi di un bambino" per mostrare le mille difficoltà, problemi e pericoli che devono affrontare i Bambini nei tragitti casa-scuola e nella vita quotidiana, camminando per le strade, attraversando gli incroci e i passaggi pedonali, girando in bicicletta in centro. 

Vincenzo Raeli, Vice-Presidente del Circolo Fotocine Casalasco, si è reso disponibile a realizzarlo.

Abbiamo però bisogno della partecipazione attiva dei ragazzi per filmarli nei loro tragitti ed anche eventualmente piazzando delle telecamere mobili sulle biciclette.

Chi vuole partecipare ci contatti all'indirizzo:

slowtowncasalmaggiore@gmail.com

lunedì 23 gennaio 2017

"PAROLE E IDEE POSSONO CAMBIARE IL MONDO"




La città dei Bambini è un progetto della città di Casalmaggiore e non più del Comitato Slow Town. Lo abbiamo già visto nel 2016 quando singoli cittadini, genitori e associazioni si sono offerti spontaneamente di aiutarci, ognuno con le proprie possibilità e capacità, mettendoci chi le proprie idee, chi l'impegno personale, della propria azienda o Associazione.

Il risultato è stato grande ed il merito è proprio di tutti.


Una Tangenziale dei bambini, il Metrominuto, il metrobottega, una rete di oltre 100 negozi amici e la città di Casalmaggiore citata come esempio virtuoso da seguire in Italia ed Europa. 


Quest'anno abbiamo il sostegno iniziale di tre importanti Associazioni del territorio, l'AVIS, la Croce Rossa e l'ASD Atletica Interflumina E' Più Pomì. 
Il sogno che abbiamo è che intorno a questa idea di città per i bambini (e del futuro) si uniscano tutti, ma proprio tutti. I singoli, in primis i genitori, ma anche tutte le associazioni di volontariato e sportive, e che ognuna ci metta il suo piccolo/grande contributo.
Vi aspettiamo!






domenica 15 gennaio 2017

MA QUALE GELICIDIO?! MANCA UN SISTEMA DI ALLERTA

Casalmaggiore nel centro storico dalle 6 del mattino di venerdì 13 gennaio era già una lastra di ghiaccio impraticabile per pedoni e ciclisti, le decine di cadute da quell'ora in piazza Garibaldi lo testimoniano, abbiamo scoperto poi a causa del fenomeno metereologico del gelicidio.
Lasciando le polemiche metereologiche alla politica, a noi interessa analizzare due cose importanti.
1. 
In caso di pericolo improvviso il Comune ha dimostrato di non avere un sistema di allerta e di informazione per raggiungere velocemente la cittadinanza.
E per un Paese che si affaccia direttamente sul fiume Po questo è molto grave. Se ce l'ha, e nessuno lo ha attivato venerdì, questo sarebbe ancora peggio. 
Per entrare nel caso specifico, poi, vorremmo far notare che il traffico in centro al mattino presto è determinato quasi esclusivamente dalle scuole ed è quindi da li che bisogna partire.
Se prendiamo per buona l'informazione che per il gelicidio non c'è rimedio, questo non significa che non si possa far nulla a livello di prevenzione.
La prima prevenzione da attuare non era il sale a terra (anche se tardivo) ma l'informazione tempestiva alla popolazione, che le strade e soprattutto i marciapiedi e gli attraversamenti pedonali per pedoni e ciclisti erano impraticabili e molto pericolosi. 
Ma come si fa a raggiungere la popolazione scolastica composta da studenti, loro famigliari e corpo docente e non docente?
La cosa è semplicissima, basta utilizzare i numeri di cellulare che sono depositati, da sempre, presso le scuole. Stiamo parlando di almeno 5 mila contatti.
Questi numeri sono depositati proprio per poter avvertire le famiglie in caso di necessità dei singoli alunni, ma, raccogliendo il consenso,  potrebbero essere raggruppati in una database e sfruttati anche come comunicazione tempestiva e urgente a tutti in caso di bisogno (terremoto, ghiaccio e neve, esondazioni, etc).
Già così un terzo della popolazione sarebbe raggiungibile con un semplice click, la rete ed i social avrebbero fatto il resto in pochi minuti. 

2.
Il gelicidio non era prevedibile e non c'è rimedio? Bene. Ma chi ha fatto partire ugualmente alle 7.50 la linea piedibus davanti al Comune? A quell'ora ormai era palese che non si poteva camminare sui marciapiedi. Proprio in piazza Garibaldi non si contavano già più le persone scivolate a terra. Cosa prevede la procedura di sicurezza del piedibus? In caso di condizioni metereologiche proibitive i volontari a chi si devono rivolgere per decidere se partire oppure sospendere il servizio?
Son domande che ci facciamo visto che in via Romani quella mattina i bambini del piedibus, provenienti dalla piazza, erano già doloranti per le cadute e letteralmente aggrappati ai muri delle case per cercare di stare in piedi, mentre i tre volontari accompagnatori erano in enorme difficoltà non potendo sorreggere tutti contemporaneamente. 

Sarebbe il caso di lasciar perdere il gelicidio e di mettere mano ad un sistema di allerta e a procedure chiare che stabiliscano chi deve pigiare il tasto in caso di pericolo. Grazie.

Giancarlo Simoni