Stanno uscendo le prime indiscrezioni sul Piano Urbano del Traffico di Casalmaggiore e già alcuni commercianti del centro storico sono sul piede di guerra.
Cosa ne pensa il Comitato Slow Town del PUT lo abbiamo spiegato qui:
Il PUT è un piano inutile, obsoleto e superato.
Che il mantenimento delle Botteghe di prossimità siano un elemento importantissimo da sostenere lo avevamo anche, inascoltati, comunicato in un documento al Comune nel 2014:
dove tra le altre cose chiedevamo che non venissero ripristinati i doppi sensi di marcia come si sta pensando di fare in via Favagrossa e in altre vie del centro.
I commercianti hanno bisogno di tutti per prosperare, di pedoni, ciclisti e automobilisti.
Puntare sullo scorrimento delle auto in centro introducendo di nuovo i doppi sensi di marcia a discapito della sicurezza di pedoni e ciclisti è un errore imperdonabile.
La scelta opposta, già sperimentata, di chiudere al traffico veicolare in modo permanente o nei fine settimana senza una forte introduzione di contenuti, quali arredo urbano fruibile e animazione, si è dimostrata altrettanto errata, basta vedere come è collassata Piazza Turati dove le attività commerciali sono sparite o come sia stata inutile la pedonalizzazione nei week end di piazza Garibaldi rimasta quasi sempre deserta.
La soluzione migliore e che è in grado di assecondare sia le esigenze dei commercianti che dei residenti è quella di far coesistere le diverse modalità di spostamento quotidiano puntando sulla sicurezza. In questo modo, incentivando la mobilità sostenibile, sempre più persone sceglieranno i piedi e la bici come mezzo di spostamento in città e chi viene da fuori troverà a disposizione i parcheggi liberati senza bisogno di farne di nuovi.
Alla città e ai commercianti non serve avere migliaia di auto che attraversano il centro a 80 km/h per schivare le code dell'asolana, ma persone che si fermano per incontrarsi e che fanno acquisti nelle botteghe di prossimità.
Fare delle politiche che ignorano la mobilità pedonale/ciclabile è da incompetenti, lo hanno capito in questi giorni a Padova dove la chiusura alle bici nel centro storico ha provocato il crollo del 50% delle vendite dei commercianti:
http://www.fiab-onlus.it/bici/notizie/a-ruotalibera-opinioni-e-commenti/item/1509-padova-docet.html
Nel Mondo le politiche di viabilità nei centri stanno andando verso la sicurezza stradale, le zone 30 e la viabilità dolce, è notizia di questi giorni che Parigi investirà nei prossimi 5 anni:
• 63 milioni di euro per la costruzione di piste ciclabili;
• 30 milioni di euro per finanziare il programma "Parigi a 30 chilometri all'ora";
• 7 milioni di euro per la creazione di oltre 10.000 installazioni per parcheggiare la bicicletta;
• 10 milioni di euro di incentivi per l'acquisto di biciclette elettriche e ciclomotori, scooter e biciclette da carico;
• Circa 40 milioni di euro per la pianificazione dei parcheggi di scambio bici/servizi di trasporto pubblico e per la riqualificazione di strade e piazze, per renderle idonee alla rete ciclabile, che comincia a delinearsi intorno a due assi (nord-sud e est-ovest).
http://www.repubblica.it/ambiente/2016/07/06/news/parigi_val_bene_una_bicicletta-143485356/?ref=HRERO-1
Qualcuno avverta i giapponesi asserragliati in Comune che la seconda guerra mondiale è finita !!!
I commercianti hanno bisogno di tutti per prosperare, di pedoni, ciclisti e automobilisti.
Puntare sullo scorrimento delle auto in centro introducendo di nuovo i doppi sensi di marcia a discapito della sicurezza di pedoni e ciclisti è un errore imperdonabile.
La scelta opposta, già sperimentata, di chiudere al traffico veicolare in modo permanente o nei fine settimana senza una forte introduzione di contenuti, quali arredo urbano fruibile e animazione, si è dimostrata altrettanto errata, basta vedere come è collassata Piazza Turati dove le attività commerciali sono sparite o come sia stata inutile la pedonalizzazione nei week end di piazza Garibaldi rimasta quasi sempre deserta.
La soluzione migliore e che è in grado di assecondare sia le esigenze dei commercianti che dei residenti è quella di far coesistere le diverse modalità di spostamento quotidiano puntando sulla sicurezza. In questo modo, incentivando la mobilità sostenibile, sempre più persone sceglieranno i piedi e la bici come mezzo di spostamento in città e chi viene da fuori troverà a disposizione i parcheggi liberati senza bisogno di farne di nuovi.
Alla città e ai commercianti non serve avere migliaia di auto che attraversano il centro a 80 km/h per schivare le code dell'asolana, ma persone che si fermano per incontrarsi e che fanno acquisti nelle botteghe di prossimità.
Fare delle politiche che ignorano la mobilità pedonale/ciclabile è da incompetenti, lo hanno capito in questi giorni a Padova dove la chiusura alle bici nel centro storico ha provocato il crollo del 50% delle vendite dei commercianti:
http://www.fiab-onlus.it/bici/notizie/a-ruotalibera-opinioni-e-commenti/item/1509-padova-docet.html
Nel Mondo le politiche di viabilità nei centri stanno andando verso la sicurezza stradale, le zone 30 e la viabilità dolce, è notizia di questi giorni che Parigi investirà nei prossimi 5 anni:
• 63 milioni di euro per la costruzione di piste ciclabili;
• 30 milioni di euro per finanziare il programma "Parigi a 30 chilometri all'ora";
• 7 milioni di euro per la creazione di oltre 10.000 installazioni per parcheggiare la bicicletta;
• 10 milioni di euro di incentivi per l'acquisto di biciclette elettriche e ciclomotori, scooter e biciclette da carico;
• Circa 40 milioni di euro per la pianificazione dei parcheggi di scambio bici/servizi di trasporto pubblico e per la riqualificazione di strade e piazze, per renderle idonee alla rete ciclabile, che comincia a delinearsi intorno a due assi (nord-sud e est-ovest).
http://www.repubblica.it/ambiente/2016/07/06/news/parigi_val_bene_una_bicicletta-143485356/?ref=HRERO-1
Qualcuno avverta i giapponesi asserragliati in Comune che la seconda guerra mondiale è finita !!!
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