Dopo tutti gli interventi, alcuni scomposti, ascoltati e letti in questi giorni sulla stampa e sui social in merito alla soppressione della ciclabile tra Casalmaggiore e Roncadello sull'argine maestro ci pare giusto intervenire come Comitato per chiarire alcuni concetti.
Innanzitutto ricordiamo che l'intervento di allargamento dell'argine, ormai decennale, a cura dell'AIPO era ed è stato pensato e progettato per un passaggio ciclopedonale e non certo per il passaggio degli autoveicoli. Curioso è che solo dopo tutti questi anni ci si sia accorti che mancano le distanze minime per realizzare la ciclabile a norma. Crediamo che per il futuro l'avere a disposizione una bindella metrica possa essere di aiuto per evitare di spendere centinaia di migliaia di euro che invece di risolvere i problemi di sicurezza dell'utenza debole li aggravano.
Ma veniamo a noi.
Per giustificare la soppressione della pista ciclabile ci si appella alla distanza minima prevista dal Codice della strada per una strada a doppio senso di marcia che prevede un minimo di 2,75 metri per corsia. Se però dovessimo seguire questo ragionamento "giustificatorio" l'argine maestro che parte dalla Canottieri Eridanea al nuovo tratto asfaltato dovrebbe essere immediatamente trasformato a senso unico (o chiuso al traffico) per i veicoli a motore visto che nel tratto la larghezza massima della carreggiata totale va dai 3,5 metri nel primo pezzo ai 4,5 metri nel secondo (inferiore ai 5,5 metri necessari). Se infatti fate un sopralluogo vedrete che non esiste alcuna striscia di mezzaria, perchè questo creerebbe delle corsie larghe da 1,75 a 2,25 metri, di gran lunga inferiori ai 2,75 previsti dal codice. In quel tratto le responsabilità civili e penali in caso di sinistro non sarebbero applicabili? E perchè si applica il Codice della strada per sopprimere una ciclabile e non lo si applica allo stesso modo per regolare secondo il codice la circolazione dei veicoli a motore? Ecco che allora la giustificazione, giusta, di dover applicare il codice della strada deve valere per tutti i veicoli e non solo per quelli a motore che possono passare sempre. E' palese quindi che questo intervento è discriminatorio verso alcuni utenti della strada (pedoni e ciclisti) ed in particolare verso il veicolo bicicletta. Ciò anche in contrasto con l'articolo 1 del codice della strada che recita: "1. La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra
le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo
Stato." La strada che è stata oggetto di allargamento per ricavarvi la ciclabile non ha mai avuto le distanze minime di 5,5 metri che permette il doppio senso di marcia degli autoveicoli e fino ad oggi nessuno si è mai appellato al codice della strada ne a responsabilità civili e penali in caso di sinistro per regolare diversamente il passaggio, solo ora che bisogna fare spazio alle biciclette ci si ricorda che esistono delle norme e le si utilizza in sfavore dell'utenza debole, proprio quell'utenza che su un argine maestro dovrebbe essere prioritario proteggere. E' infatti palese che
l'utilizzo dello spazio per la ciclabile per allargare le corsie agli
autoveicoli ha peggiorato notevolmente il grado di sicurezza degli
utenti deboli, e se non siete daccordo vi consigliamo di recarvi sul posto ed osservare il comportamento degli automobilisti che sfrecciano a velocità folli in quel tratto. Con la nuova segnaletica a terra inoltre si obbligano i ciclisti, che devono rispettare il codice della strada, a stare a sinistra della striscia che delimita le corsie verso la banchina e ciò oltre ad essere pericoloso impedisce agli automobilisti il sorpasso perchè anch'essi dovendo rispettare il codice e non possono invadere la corsia opposta a causa della riga continua presente. In pratica, con questa segnaletica a terra non è compatibile il passaggio contemporaneo di auto e bici senza che uno dei due violi il codice della strada (il ciclista spostandosi a destra sulla banchina riservata ai pedoni, o l'automobilista spostandosi nella corsia opposta per effettuare il sorpasso).
Anche l'Ing. Enrico Chiarini Responsabile Tecnico Nazionale della FIAB ci ha confermato quanto segue:
"Ai sensi del codice il ciclista deve stare in carreggiata (a sinistra della linea)".
"I ciclisti (velocipedi) sono classificati come veicoli ai sensi del CDS.
Pertanto essi devono transitare in carreggiata (non sulla banchina), salvo in presenza di piste a loro riservate."
"Art.3 CDS
7) Carreggiata: parte della strada destinata allo scorrimento dei veicoli; essa è composta da una o più corsie di marcia ed, in genere, è pavimentata e delimitata da strisce di margine.
Art.141 REG
2. Le strisce di margine sono continue in corrispondenza delle corsie di emergenza e delle banchine; esse possono essere realizzate nei tratti di strada in cui vige il divieto di sosta.
Art.3 CDS
4) Banchina: parte della strada compresa tra il margine della carreggiata ed il più vicino tra i seguenti elementi longitudinali: marciapiede, spartitraffico, arginello, ciglio interno della cunetta, ciglio superiore della scarpata nei rilevati"
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Questo ciclista è sulla banchina e sta violando il codice della strada per proteggersi e stare lontano il più possibile dalle auto, se va sulla carreggiata a sinistra della striscia bianca come prevede il Cds l'automobilista che lo sorpassa viola il codice perchè a terra la striscia è continua e non può oltrepassarla. |