Il
22 settembre 2018 è stata inaugurata la prima zona30 italiana nata dal
basso nel 2014 grazie ad una sperimentazione organizzata dal Comitato
Slow Town e progettata dall’Arch. Matteo Dondè, tramutata in
definitiva dal Comune di Casalmaggiore (CR) attraverso un
co-finanziamento della Fondazione Cariplo.
I
risultati emersi dalle rilevazioni di velocità e passaggi della
Polizia municipale sono eclatanti e dimostrano che le zone30
applicate nei centri storici sono la soluzione definitiva ai problemi
di traffico, sicurezza e inquinamento.
Nel
2014 i dati rilevati registravano picchi di velocità di 86 km orari,
avete letto bene ottantasei km orari, non su una tangenziale, ma in
una strada con il manto in porfido dove il limite era del 50 all’ora
con le porte delle case ad un metro di distanza dalle auto in corsa.
Oggi il picco massimo di velocità rilevato è di 41 km/h e
pochissime auto rispetto alle centinaia di prima riescono a superare
i 30 km/h, il nuovo limite introdotto, tantè che la velocità media
è scesa a 17 km/h.
Ma
non soltanto la velocità media ed i picchi massimi sono crollati
riportando sicurezza nella via, anche la quantità di passaggi è
collassata. Dai circa 2700 passaggi giornalieri scendiamo a 1500, con
una riduzione di ben il 43% di veicoli.
Questi
risultati sono stati ottenuti attraverso la riqualificazione della
via, applicando diverse tecniche di moderazione fra cui il
restringimento della carreggiata, le chicane e gli attraversamenti
pedonali rialzati. Lo spazio recuperato è stato utilizzato per
allargare i marciapiedi, creare isole di sosta per pedoni e arredo
urbano. Dei quattordici attraversamenti pedonali ricavati, tre sono
rialzati e tutti sono accessibili per i diversamente abili e per i
non vedenti grazie all’abbattimento delle barriere architettoniche
e alla segnaletica a terra.
In
città è partita come previsto la diatriba tra favorevoli e
contrari, tra chi vorrebbe estendere il progetto all’intero centro
storico e chi vorrebbe tornare alla situazione precedente.
Chi
protesta è probabilmente appartenente al “traffico di
attraversamento”, cioè di quel traffico che passa nella via e nel
centro non per fermarsi, ma per velocizzare il proprio tragitto da e
verso casa, verso le scuole o i supermercati.
L’installazione
degli autovelox fissi sulle provinciali e le statali e i controlli
estemporanei sempre più frequenti sulle stesse hanno creato questo
fenomeno di intasamento dei centri storici dove le auto passano per
deviare le code che si creano sulle direttrici principali consapevoli
di poter schiacciare a fondo l’acceleratore in vie non presidiate
dalle forze dell’ordine.
Se
realizzate bene come quella di via Baldesio, le singole zone30
possono creare un “effetto domino” su tutto il centro di una
città, eliminando definitivamente il traffico di attraversamento,
incentivando una mobilità più sostenibile a piedi e in bici , che
ridà spazio alle persone e alle botteghe di prossimità, permettendo
di ripristinare quelle funzioni di sicurezza, socialità e scambio
sulle quali si erano fondate le città stesse.
Nessun commento:
Posta un commento