Il
recupero di una strada cittadina e di un parco come “Bene Comune”
ed il coinvolgimento dei Bambini/Ragazzi in un progetto di
rigenerazione urbana sono un'accoppiata vincente per stimolare la
partecipazione dal basso e la cittadinanza attiva. Al di la’ di chi
è impegnato nel sociale ed in azioni di volontariato non è banale
riuscire a coinvolgere larghi strati della popolazione su un progetto
sia per le Istituzioni sia per le Associazioni. La delega e l'apatia
nelle persone per la mancanza di tempo ed interesse la fanno da
padrone purtroppo ai giorni nostri, e per molti è comodo criticare
l'operato altrui, piuttosto che impegnarsi in prima persona. Abbiamo
però sperimentato in questi anni di attività con la comunità
Casalasca che per indurre le persone all'azione ci sono due leve
formidabili. La prima è quella di cambiare le loro abitudini di
spostamento. Introdurre ad esempio una zona30 in trecento metri di
strada piazzando 15 alberi di alto fusto in mezzo alla carreggiata
per rallentare le auto ha creato un grande interesse, tale da
spingere in pochi giorni un migliaio di persone a firmare una
petizione, affinchè la sperimentazione rimanesse per sempre ed allo
stesso tempo ha stimolato una petizione contraria di duecento persone
che pur riconoscendo l'utilità della sperimentazione volevano che si
ottenesse lo stesso risultato, ma con altri metodi. Per mesi forte è
stato il dibattito in città tra favorevoli e contrari, ed anche sui
media, ed al di là delle polemiche normali in questi casi, si sono
riavviati quei meccanismi di scambio di opinione che rendono una
comunità viva, trovare punti d'incontro nelle reciproche differenze
permette infatti di crescere, di conoscersi, di creare relazioni con
vicini di casa a cui prima si rivolgeva solo un saluto di cortesia.
Nel 2014 decine gli abitanti di una via intera si sono radunati nel
vicino parchetto per discutere su cosa fare e non fare, una scena
inusuale per i nostri tempi, giovani, anziani, genitori, nonni, tutti
insieme accumunati da un luogo. A quella riunione sono poi succedute
molte altre riunioni più piccole tra vicini, all'interno di case
fino ad allora mai visitate e viste solo dal pianerottolo. I turni su
chi annaffia le piante, chi va in vacanza, quando e chi ci
sostituisce, i bambini che giocano tra loro intanto che gli adulti
parlano di “cose serie”, una serie di meccanismi di socialità
improvvisi scaturiti da una semplice rivisitazione della strada. Da
li ci siamo accorti quanto possa essere potente e rigenerante per le
persone e la comunità un cambio di paradigma improvviso come una
zona30 ben progettata.
Allo
stesso tempo abbiamo scoperto come il tema “Bambini” possa
anch'esso fare da collante in una comunità, sia perchè i genitori
sono ben disposti verso la propria prole che vogliono proteggere e
rendere felice, sia perchè i bambini con la loro positività si
trasformano in insegnati per i loro genitori. Molti ci dicono che
sono costretti a portare a scuola i bambini a piedi e in bici, quando
organizziamo la giornata walkbiketoschool, perché obbligati dai loro
figli. Il tema bambini permette anche di avere la porta aperta in
ogni luogo e di bloccare in partenza chi solo per interesse personale
rema contro il cambiamento, consapevoli di non poter opporsi ad una
attività in favore dei più piccoli. Ecco che sono i genitori che si
presentano con i figli a pitturare i giochi del parchetto, a donare i
libri per il bookcrossing, a dare una mano per realizzare uno
stradello di collegamento fra la scuola e l'argine maestro, che
costerebbe migliaia di euro se realizzato dal Comune.
Per
questo riteniamo che questo progetto di rigenerazione urbana che
coinvolge sia la strada ed il parco che le nuove generazioni abbia in
sé una grande potenzialità per la città di Casalmaggiore, potendo
rappresentare solo l'inizio di un percorso di coinvolgimento di ampi
strati della popolazione e del territorio, delle altre vie e delle
piazze, dei parchetti, coinvolgendo scuole, altre associazioni e
singoli cittadini e quartieri, come abbiamo sperimentato a maggio
nell'ultimo evento la città dei bambini, che ha visto coinvolte
tantissime associazioni che si sono offerte spontaneamente di
aiutarci.
A
tutte queste attività, per essere continuative e incisive sul
territorio manca soltanto il sostegno economico visto che per
cambiare le abitudini delle persone occorre fare degli interventi
strutturali e non bastano eventi o sperimentazioni temporanee, ci
auguriamo quindi che la Fondazione Comunitaria veda in questo
progetto una opportunità non solo per la Comunità di Casalmaggiore,
ma anche per tutto il territorio cremonese e lo sostenga.
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