sabato 31 ottobre 2015

"Ci stiamo lavorando" !!!! (2007-2015)

Questo è un articolo di giornale comparso sul quotidiano "La Cronaca" il 16 maggio 2007, articolo che pubblica una lettera di una ciclista e cittadina casalasca che è stata travolta provenendo dalla "ciclabile" di via Guerrazzi.  
La ciclista spiega molto bene perchè è stata travolta dall'auto, di chi è la colpa (non solo dell'automobilista che non si è fermato allo stop) e cosa bisogna fare per risolvere il problema. Si legge infatti nell'articolo:

"Abbiamo svenduto la sicurezza dei cittadini per 5 parcheggi?"

"Se facciamo una ciclabile a ridosso di uno stop cieco e "inganniamo" inoltre gli autisti mettendogli uno specchio di fronte facendogli così credere che ci si può anche non fermare, il danno ormai è fatto. Per quale motivo non è stata fatta la ciclabile sul lato opposto? E' solo imperizia del tecnico che l'ha progettata o abbiamo veramente svenduto la sicurezza dei cittadini per 5 parcheggi? Più in generale, quali sono le agevolazioni per chi ha deciso, come me, di utilizzare la bicicletta per gli spostamenti urbani, e cioè in equilibrio con le esigenze che in questo momento richiedono le città? Non vi pare diseducativo permettere ovunque l'accesso alle automobili in una delle zone più inquinate del pianeta?" 

Sono passati più di OTTO anni e la ciclabile è ancora lì, nessun provvedimento è stato preso nonostante tanti altri incidenti siano accaduti in quel punto e nonostante quella ciclabile non sia a norma del Codice della Strada come tutte quelle fatte in controsenso in città.

giovedì 29 ottobre 2015

Via Rotelli







CICLISTI, NON PERCORRETE LE "CICLABILI" IN CONTROSENSO !

Un messaggio importante per i ciclisti casalaschi:

Per vostra tutela vi consigliamo di non percorrere le "ciclabili" in controsenso nelle vie del centro (via Cairoli, via Guerrazzi, via Martelli, via Cavour, etc), non sono a norma del CdS, perchè se un'auto vi investe su di esse c'è una buona probabilità che l'automobilista faccia ricorso e lo vinca e voi siate costretti a fare causa al Comune per essere risarciti dei danni che avete subito.
Se dovete passare per forza su quelle strade scendete dalla bici e andate sui marciapiede oppure allungate (purtroppo) il percorso evitando quelle ciclabili.

E' vero che i ciclisti sono obbligati a percorrere le “piste ciclabili” e le “piste ciclabili contigue al marciapiede”, perché riservate ai ciclisti come prevede il Codice della Strada (Rif. art.182 c.9), ma quelle in controsenso fatte dal Comune nel 2008 non rispettano la normativa, che prevede la separazioni con uno spartitraffico, e, quindi, oltre ad essere pericolose, non sono ciclabili.


domenica 18 ottobre 2015

QUESTO PIEDIBUS SERVE ?!



Il Piedibus a Casalmaggiore c'è da molti anni, è un servizio meritorio ed utile per le Famiglie, che è possibile realizzare solo grazie ai volontari.
Un'attività che ormai ha preso "piede" in moltissimi Comuni italiani.
Se però andiamo ad analizzare il Piedibus casalasco scopriamo che coinvolge una percentuale molto piccola degli studenti della Scuola Primaria Marconi, in percentuale gli effettivi che lo utilizzano tutti i giorni non raggiunge il 5%.
Tutti gli altri, tranne coloro che usufruiscono del servizio pulmino, vengono accompagnati in auto dai genitori, con poche eccezioni, questo non solo per motivi di comodità, ma anche perchè vi è la percezione che l'utilizzo dell'auto sia il mezzo più sicuro.
Se chiedessimo, infatti, perchè l'80% delle famiglie non usufruiscono del Piedibus la motivazione della mancanza di "sicurezza nei percorsi casa-scuola" risulterebbe certamente ai primi posti.
Il risultato di questa mancanza di sicurezza e la comodità dell'auto è il totale caos davanti alle scuole, con gravi ripercussioni sulla salute psicofisica degli alunni, sul grado di inquinamento acustico e dell'aria nei tragitti e davanti alle scuole e la paradossale insicurezza delle strade coinvolte proprio per la presenza delle auto dei genitori.
Che questo piedibus casalasco serva a poco organizzato con queste modalità e con questa bassa partecipazione lo dimostra il fatto che davanti alla Scuola Marconi le problematiche di mobilità sussistano indipendentemente dall'attivazione di questo servizio, che infatti non toglie ne aggiunge auto nei percorsi.
Chi vi partecipa è solitamente appartenente ad una famiglia straniera con madre non lavoratrice che in mancanza del Piedibus accompagna il o i bambini direttamente, ma sempre a piedi, perchè non possiede o non ha la disponibilità dell'auto negli orari di entrata ed uscita.
Come più volte abbiamo sostenuto come "Comitato Slow Town" a Casalmaggiore non occorre il Piedibus, ma un "Piano di Mobilità Scolastica" che metta in sicurezza i percorsi casa-scuola e che permetta ai Bambini ed alle Famiglie di accompagnarli a piedi o in bici o di usufruire del Piedibus, che a questo punto non rappresenterebbe più l'obiettivo primario, ma solo una modalità.
Questo Piano è stato da noi presentato all'Amministrazione circa un anno fa, ma giace in qualche cassetto. Nessuno ci ha risposto nel merito.
Un "Piano" che ha come obbiettivo quello di dare la possibilità a tutti i Bambini che abitano in un raggio di 500 metri/un chilometro dal plesso scolastico di recarsi a scuola in bici o a piedi in autonomia o accompagnati.
"Piano" che deve prevedere:
- il limite dei 30 km/h sui percorsi
- la messa in sicurezza degli incroci
- la limitazione degli accessi nelle vie vicine (via Rotelli/ via della Pace per la Scuola Marconi) come sperimentato nel walkbiketoschool del 29/5/2015.
-  la "liberazione dei marciapiede", che molto spesso sono occupati dalle auto in divieto di sosta, e l'eliminazione degli stalli che violano il codice della strada, come in via Romani e via Guerrazzi, che entrambe sono sui percorsi Piedibus e che obbligano i volontari con il carrello porta zaini a camminare sulla carreggiata.
- la condivisione delle auto tra genitori per chi abita lontano e la fermata veloce, che non abbisogna di parcheggio.
- la realizzazione della LINEA BLU PIEDIBUS, che collega tutto l'argine maestro con la Scuola Marconi, linea, che con pochi accorgimenti, sarebbe totalmente separata dai percorsi delle auto e quindi sicurissima.
A quel punto anche la ricerca dei Volontari, che oggi è faticosa, diventerebbe più facile se l'attività di accompagnamento fosse svolta in totale sicurezza per tutti.

Per maggiori info:


 http://www.oglioponews.it/2015/05/29/a-scuola-senza-auto-il-primo-viaggio-di-walk-bike-to-school/

http://www.ogliopo.laprovinciacr.it/news/ogliopo/117631/Casa-scuola--a-piedi-e.html













sabato 10 ottobre 2015

Bambini Sicuri sui percorsi casa-scuola?

RASTRELLIERE VUOTE, STRADE OCCUPATE

AUTO IN DIVIETO DI SOSTA
Esattamente un anno fa abbiamo presentato al Comune un piano dettagliato di "Mobilità Scolastica" con l'obiettivo primario di incentivare l'utilizzo di mezzi alternativi all'auto nel percorso casa-scuola attraverso "Isole felici", "Fermate Scendi e Vivi", "Percorsi Casa-Scuola Sicuri a piedi e in bici",  "Zone30", "Condivisione auto tra genitori" e tanto altro, tutte iniziative rivolte a mettere in sicurezza le strade per gli utenti deboli che si recano tutti i giorni a scuola durante l'anno..

PASSAGGIO PER PEDONI E CICLISTI OSTRUITO
IL CAOS
Oltre a non averci risposto, ad un anno dalla presentazione non è stato preso alcun provvedimento, nonostante durante il Biketoschool del 15 settembre 2014 l'Assessore competente avesse partecipato al giro in bici di due ore, che aveva evidenziato tantissime criticità e pericolosità per l'utenza debole (criticità dallo stesso riconosciute e a cui rispose con "faremo un summit con i tecnici" "Ci stiamo lavorando" come si può leggere qui sotto negli articoli dei quotidiani locali) e nonostante il 29/05/2015 la riuscitissima iniziativa "WalkBiketoscholl" avesse mostrato la facile possibilità di realizzare un primo percorso sicurissimo sull'argine maestro a cui parteciparono tantissimi Bambini accompagnati dai Genitori (Linea Blu piedibus da noi proposta).

Ora, con l'inizio del nuovo anno scolastico, tutte le problematiche evidenziate si sono prontamente ripresentate. Davanti alle Scuole il Codice della Strada non è rispettato dai genitori e nessuno lo fa rispettare.
In via Rotelli decine di macchine parcheggiano in mezzo alla strada costringendo i veicoli, le biciclette e i pedoni ad invadere la corsia opposta mettendosi in pericolo. 
In via Adua, non essendo presenti i marciapiede, i genitori ed i bambini camminano sulla carreggiata e molto spesso in mezzo alla strada, con le auto che sfrecciano e li sfiorano, visto che in alcuni punti le auto sono parcheggiate in divieto di sosta e non lasciano il metro di passaggio per i pedoni come previsto dal codice.
In via Bissolati è rimasto il doppio senso di marcia nonstante la carreggiata, come da noi segnalato, non abbia la larghezza minima prevista dal codice di 5,50 metri, ma sia di 4 metri e 80 circa e soprattutto abbia ai lati due marciapiedi molto piccoli di 60/70 centimetri, che di fatto obbligano i genitori a camminare sulla strada vicino ad un incrocio pericolosissimo, con una curva cieca che gli automobilisti affrontano a velocità elevatissime invadendo la corsia opposta e con i pedoni che, privi di attraversamento pedonale, attraversano in quel punto "cieco" al ritorno da scuola per immettersi in via Formis, via Favagrossa verso piazza Garibaldi. Tratto che di fatto è utilizzato anche dai ciclisti in contromano, perchè il PUT non ha previsto la loro presenza.

Oltre alla possibile tragedia che può colpire una famiglia casalasca, ci chiediamo chi paga i danni su questi percorsi in caso di sinisto visto che le infrastrutture non sono a norma?

Che cosa ha sortito quel famoso "Summit con i tecnici" di cui non abbiamo notizia se dopo un anno dalle nostre segnalazioni non è stato preso alcun provvedimento?

La realizzazione del percorso arginale abbisogna soltanto della realizzazione di un piccolo stradello pedonale/ciclabile largo 2 metri di circa 20/30 metri di lunghezza su terreno comunale, perchè non è stato ancora cantierato? 

In attesa di risolvere tutte le criticità stradali sarebbe la soluzione ottimale per  tutti coloro che vogliono/devono andare a scuola a piedi e in bici fornendo loro un percorso sicuro completamente separato dal traffico veicolare.

Infrastruttura che doveva essere realizzata e pensata già quando vi fu la costruzione della nuova scuola Marconi, che ricordiamo coinvolge centinaia di alunni più tutto il personale scolastico.












lunedì 5 ottobre 2015

IN CASO DI SINISTRO SULLE CICLABILI CONTROSENSO, CHI PAGA?!

Più volte abbiamo segnalato le nostre perplessità sulle "ciclabili" disegnate a terra in varie vie a senso unico della città, quasi tutte con limite di velocità a 50km/h, compresa via Cairoli, ciclabili che si trovano a sinistra della carreggiata ed in modo promiscuo prevedono il passaggio dei ciclisti nel senso opposto a quello di marcia dei veicoli a motore.

Consultando sia il Codice della Strada in vigore sia il Decreto Ministeriale n.557 del 1999 non abbiamo trovato traccia normativa di queste infrastrutture ciclabili realizzate dal Comune. Anche i pareri del Ministero dei Trasporti su domande specifiche riguardanti le ciclabili nel 2006, nel 2008 e nel 2011 escludono la possibilità di realizzare ciclabili in controsenso non separate da uno spartitraffico invalicabile. 
Sembrerebbe quindi che non sia possibile realizzare una corsia riservata monodirezionale in carreggiata su una strada a senso unico in senso opposto a quello dei veicoli se non delimitata da uno spartitraffico invalicabile di 0,50 metri.

DECRETO MINISTERIALE

SCHEDA DIVULGATIVA SULLE CICLABILI
(Anche le strisce gialle non sono a norma perchè di larghezza inferiore ai 30 cm come prescritto dal DM 557)
  
"Ciclabile"  di via Cairoli

Il limite dei 50 km/h in questi sensi unici, oltretutto, ne aumenta la pericolosità di percorrenza per l'utenza debole, che rischia di trovarsi di fronte veicoli a motore a grande velocità, che possono facilmente invadere la  corsia ciclabile, non essendovi alcuna barriera fisica che separi la strada.

Ci chiediamo, quindi, su quali basi normative queste infrastrutture per ciclisti siano state realizzate?

Che ciò non possa essere fatto lo desumiamo anche dal dibattito che nei mesi scorsi si è sviluppato a livello nazionale in merito ad un provvedimento previsto dal nuovo Codice della Strada in discussione ora in Parlamento, che prevedeva la possibilità per i ciclisti di andare controsenso, ma solo ed esclusivamente in zone a velocità calmierata (ZONE30).

Il nuovo comma 1-bis dell’articolo 182 del Codice della Strada reciterebbe: “Nelle strade o nelle zone all’interno dei centri abitati nelle quali il limite massimo di velocità è uguale o inferiore a 30 km/h, può essere consentita, se espressamente prevista con ordinanza, la circolazione dei ciclisti anche in senso opposto a quello di marcia di tutti gli altri veicoli. La facoltà di cui al periodo precedente è adeguatamente segnalata mediante l’aggiunta, ai segnali verticali di divieto e di obbligo generico, di un apposito pannello integrativo di eccezione per i velocipedi”.

Ora, se queste "ciclabili" in controsenso disegnate a terra non sono a norma, in caso di sinistro cosa succede?

Il Ministero dei Trasporti dichiara che "..Fino al ripristino delle regolamentari condizioni di circolazione, come ampiamente descritto, ogni responsabilità, civile e/o penale, per danni e/o lesioni, derivanti da sinistri comunque connessi con l'adozione dei provvedimenti in argomento, ricade sull'amministrazione comunale che li ha emanati in difformità della normativa vigente, ..."

Di chi è la colpa? Chi paga i danni? Ed il Comune, che le ha realizzate, rischia di dover pagare un risarcimento danni di centinaia di migliaia di euro a chi, su quelle ciclabili, si è fatto male? E le Polizze assicurative stipulate dal Comune rispondono nel caso l'infrastruttura non sia a norma? 

A queste domande occorre dare una risposta immediata, visto che non stiamo parlando di possibilità remote. Un sinistro sulla ciclabile in controsenso che ha visto coinvolto un ciclista ed un'auto è già accaduto nei mesi scorsi in via Martelli:


e quest'altro caso nel 2014 in via Guerrazzi:


E ci chiediamo chi avrebbe pagato i danni di quel sinistro, che ha visto il 25 settembre scorso un auto ribaltata sulla ciclabile in via Cairoli, se sotto di essa ci fosse finito un ignaro ciclista.

Se quindi non ci siamo sbagliati e tutte queste ciclabili non sono a norma e non lo saranno nemmeno nel caso in cui il codice preveda il "senso unico eccetto bici" nelle Zone30, non è forse il caso di porvi rimedio immediato prima che qualcuno chieda un risarcimento?
La soluzione c'è ed è anche a basso costo, basta introdurre immediatamente la Zona30 in tutto il centro storico, ed eventualmente trasformare le strade, dove sono state tracciate le ciclabili controsenso, da senso unico a doppio senso (di cui uno ciclabile) come suggerito dal Ministero nel 2011 in attesa che nel nuovo codice della strada sia fatta chiarezza in merito. 

Ricordiamo infatti che a Giugno 2015 un giudice di pace di Piacenza ha dato torto al Comune rifacendosi al parere del Ministero dei Trasporti del 2011, parere che afferma che le bici non possono andare in controsenso nei sensi unici. E dice anche che nei doppi sensi di cui uno ciclabile è necessario intervenire con idonei provvedimenti mirati a ridurre il differenziale di velocità tra ciclisti e automobilisti (ZONE30).


Questo il parere del Ministero dei Trasporti sui percorsi promiscui:


A Piacenza il Giudice da torto al Comune:


Questo il commento dal sito poliziamunicipale.com:



Le biciclette possono circolare ‘contromano’, ma quando mai!



Si può attuare un doppio senso di marcia di cui uno per le sole biciclette previa l’apposizione di una corretta segnaletica.
Il parere del ministero delle Infrastrutture che sta rimbalzando sul web in queste ore, consente sì alle biciclette di circolare nel senso contrario a quello di marcia, ma solo in casi molto limitati: occorre che la strada sia larga almeno 4,25 metri e che ci sia la segnaletica per avvisare i conducenti che potrebbero trovarsi ciclisti in direzione opposta.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con parere prot. 6234 del 21/12/2011, si è espresso a favore della tesi di seguito riportata. Il doppio senso “limitato” consiste in una strada a doppio senso di marcia con una direzione consentita a tutti e quella opposta solo alle biciclette. Si tratta di una forma legale per liberalizzare la circolazione delle biciclette in molte delle strade urbane che, essenzialmente per motivi storici, non sono dotate delle misure geometriche minime indicate per le strade di nuova costruzione.
Secondo il ministero, non si può derogare all’obbligo di circolare a senso unico quando non c’è abbastanza spazio per far passare due veicoli affiancati. Però si può ricorrere a una particolare soluzione: invece di considerare lo spazio di due corsie normali (ciascuna di esse richiede almeno 2,75 metri), si può pensare di strutturare la carreggiata come una corsia per veicoli leggeri (2,75 metri, appunto) più una pista ciclabile, che può essere anche più stretta (1,50 metri). Si arriva così a un minimo di 4,25 metri, strisce di margine comprese.
Difatti le condizioni necessarie per applicare il doppio senso “limitato” sono una larghezza di almeno 4.25 m, il divieto di transito al traffico pesante e il limite di velocità a 30 km/h o ZTL. In tal modo, senza tracciare alcuna corsia dedicata è possibile conciliare il doppio senso delle biciclette in una strada con una sola direzione di traffico veicolare.
Inoltre, occorre anche una segnaletica, che in questo caso è analoga a quella già in uso nelle strade in cui possono circolare contromano alcuni veicoli: per esempio, quelle di accesso ad alcuni ospedali, in cui ci si può trovare un mezzo di soccorso in senso contrario. Quindi, al posto del segnale di «Senso unico» ci andrà il triangolo di «Strada a doppio senso», integrato dai pannelli che chiariscono che il transito in un senso vale solo per le bici.
Analoghi pannelli andranno sotto i segnali che indicano le direzioni consentite. Può anche non essere usata alcuna striscia orizzontale per delimitare le corsie, perché in questo caso non si tratta tecnicamente di corsie separate.
Il ricorso massiccio allo strumento del senso unico, se da una parte può essere utile per scoraggiare il traffico veicolare di transito, dall’altra parte crea situazioni imbarazzanti e di grande scomodità per chi sceglie di spostarsi in bicicletta, in evidente contrasto alle sollecitazioni normative richiamate.
In Europa è piuttosto diffusa la pratica di consentire alle biciclette di circolare nei sensi unici in entrambe le direzioni applicando un cartello integrativo con la dicitura “eccetto bici”, con o senza segnaletica orizzontale di corsia.
In Italia diverse Amministrazioni locali hanno attuato tale soluzione, sia su singole strade che su intere zone dei centri storici regolati come “zone 30”, anche se si tratta di una opportunità ancora controversa dal punto di vista normativo.
La soluzione del senso unico “eccetto bici” è quella più facilmente condivisibile e riconoscibile a livello europeo, semplice da adottare e già sufficientemente collaudata con esiti interessanti sul fronte della sicurezza stradale.
In attesa che il senso unico “eccetto bici” possa giungere a migliore maturazione normativa si è sviluppata una soluzione compatibile per facilitare la circolazione delle biciclette in ambito urbano.
Sostanzialmente consiste nel regolamentare una strada a doppio senso di marcia e vietare un senso ad una o più categorie di veicoli.
Innanzitutto è bene ricordare che le “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade” (DM 05/11/2001), si applicano per la costruzione di nuovi tronchi stradali e sono solo di riferimento per l’adeguamento delle strade esistenti (art.2 come modificato dal DM 22/04/2004).
L’art.4 c.1 lett. d) del DM 557/99 prevede, tra gli itinerari ciclabili, anche i percorsi promiscuo con gli altri veicoli.
Essi possono essere previsti per dare continuità alla rete degli itinerari ciclabili, prevista dal piano della rete degli itinerari ciclabili di cui all’art.3 c.1, nel caso in cui non sia possibile, per motivazioni economiche o di insufficienza degli spazi stradali, realizzare piste ciclabili. (Il piano è obbligatorio per tutti i comuni superiori a 30.000 abitanti) In tal caso è necessario intervenire con idonei provvedimenti mirati a ridurre il differenziale di velocità tra ciclisti e automobilisti.
Al riguardo l’istituzione di una zona a velocità limitata di cui all’art. 135 c.14 del DPR 495/92 (zona 30), può ritenersi confacente all’esigenza sopra rappresentata, purché in condizioni di ridotto traffico veicolare.
Dall’attuale formulazione dell’art.4 c.5 del DM 557/99 non ci sono vincoli sulla modalità di realizzazione di itinerari promiscui anche di senso opposto.
Qualora per difetto di spazio non sia possibile la realizzazione di una pista ciclabile in sede propria, ex art.6 c.1 e art.7 c.4 del DM 557/99, di senso opposto a quello veicolare, appare quindi ammissibile realizzare percorsi promiscui limitando il transito in senso opposto ai soli velocipedi, mediante l’impiego della segnaletica di obbligo di cui all’art.122 cc.2-3 del DPR 495/92 (figg. 80/81), integrata con i pannelli di cui all’art. 83 c.3 Mod. II 4.
Qualora i veicoli provengano da un senso unico, su entrambi i sensi di marcia deve naturalmente essere apposto il segnale “doppio senso di circolazione”.
In merito alle dimensioni della sezione stradale, nell’ipotesi di strade locali urbane, si può fare riferimento al modulo minimo di corsia pari a 2,75 m, maggiorato della larghezza minima di corsia ciclabile pari 1,50 m, per un totale di 4,25 m.
Tale misura è da intendersi attualmente come minima inderogabile per consentire il transito di veicoli a motore di massa complessiva fino a 3,5 t in un senso, e di velocipedi a due ruote in senso opposto.
Per motivi di sicurezza non è opportuno consentire la sosta sulla mano percorsa dai velocipedi.
Per quanto riguarda la segnaletica orizzontale, come consentito dall’art.138 c.6 del DPR 495/92, non si dovranno tracciare le strisce longitudinali; conseguentemente, non essendo definite le corsie di marcia, non si dovrà fare uso della segnaletica verticale di cui all’art.135 c.19 (“uso corsie”); in tal caso tutti i conducenti dovranno adottare il comportamento di cui all’art.143 cc.1-2 del Codice della Strada e, qualora si necessario, quello di cui all’art. 150 c.1.
La diffusione della bicicletta dipende dalla continuità ed estensione della rete ciclabile, ovvero di quel sistema complesso e integrato di spazi dedicati (piste ciclabili) e spazi condivisi (strade con traffico non elevato), che consente di organizzare gli spostamenti in bicicletta in modo efficiente. La possibilità di circolare in bici in doppio senso di marcia permette un completamento a basso costo della rete ciclabile e offre interessanti alternative a strade fortemente trafficate.
Ora il fatto che ci sia un parere non vincola i gestori di strade a rispettarne il contenuto, ma di certo può essere un elemento importante per la difesa e per l’accusa qualora ci sia un incidente e il gestore vada sotto processo.











venerdì 2 ottobre 2015

POCHE IDEE E CONFUSE ! IL PROGETTO SLOW TOWN AFFONDA.




Abbiamo assistito all'ennesimo Consiglio Comunale sulla sicurezza stradale dopo l'incidente avvenuto in via Cairoli, che ha visto un'auto ribaltarsi sul marciapiede e sulla ciclabile, incidente che poteva rivelarsi una carneficina per pedoni e ciclisti.

In attesa del nuovo PUT (Piano Urbano del Traffico) che arriverà nel 2016, forse, dopo l'ennesimo rinvio per rinnovare quello in corso vecchio di 10 anni e che tanti problemi ha causato e causa alla viabilità cittadina, COSA FACCIAMO nell'attesa?
Si sono chiesti Assessore e Consiglieri di tutti gli schieramenti politici.

Mettiamo i cartelli del 30 all'ora o non li mettiamo?
Qualche attraversamento pedonale rialzato (rilevati in quota)? che però costano ...
Autovelox e parcheggi alternati (scicane...)?

Si va a tentoni, è normale, nessuno dei convitati ha specializzazioni in materia, in molti non conoscono nemmeno il Codice della strada.

Qualcuno si è appellato al "senso civico", facendo riferimento al reato di "omicidio stradale", che però a tutt'ora non è vigente!
Qualcun'altro ha proposto autovelox fissi in centro ignorando che da codice della strada non è possibile installarli.
Qualcun'altro ancora ha addirittura sostenuto che le ciclabili contromano in città, non sono ciclabili ma "tracciati", perchè altrimenti sarebbero non a norma !!! Ignorando che esiste la segnaletica verticale che le identifica. Che non sono a norma lo sappiamo.

Infine è arrivata la grande idea condivisa, NON FACCIAMO NIENTE, e collaboriamo tutti insieme per realizzare un nuovo PUT,  mettiamoci dentro qualche "giovane architetto della zona" preferibilmente uno che giri solo in automobile, aggiungiamo noi.

Nel frattempo, e visto l'andazzo passeranno molti anni,  i Pedoni e i Ciclisti andranno in strada a loro rischio e pericolo, è una "scelta individuale", un "problema personale" di pochi.
Quindi, il Consiglio Comunale ha sancito che la colpa è solo di quei "rincoglioniti" (così li ha definiti l'Assessore) che si scagliano a 70 all'ora sulle fioriere, o "dell'imperizia" degli automobilisti che si ribaltano con un veicolo di 10 quintali sul marciapiede davanti alle vetrine (capita).

E mentre in tutto il Mondo civilizzato è un fiorire di Zone30, Piani di Mobilità ciclabile/scolastica ed incentivi economici a chi si sposta in bicicletta per andare al lavoro, qui a Casalmaggiore siamo in attesa della "VISIONE", che un Comitato, come il nostro, non ha, pur avendo in un anno e mezzo fatto una Sperimentazione di Zona30 a proprie spese con uno dei migliori tecnici italiani in materia e presentato i seguenti documenti a cui nessuno ha risposto:

- PIANO DI MOBILITA' SCOLASTICA
 http://slowtowncasalmaggiore.blogspot.it/2014/10/piano-mobilita-scolastica.html

-  GOVERNARE I FLUSSI DI TRAFFICO E RILANCIARE IL CENTRO STORICO

http://slowtowncasalmaggiore.blogspot.it/2014/12/governare-i-flussi-di-traffico-e.html

- PIANO DI MOBILITA' DAVANTI ALLA SCUOLA MARCONI
http://slowtowncasalmaggiore.blogspot.it/2015/01/scuola-marconi.html

- ORGANIZZATO: BIKE TO SCHOOL15/09/2014
                                WALKBIKE TO SCHOOL 29/05/2015
 http://slowtowncasalmaggiore.blogspot.it/2015/05/walk-bike-to-school-la-lettera-ai.html

- LANCIATO LA PETIZIONE "LA CITTA' DEI BAMBINI"
 http://slowtowncasalmaggiore.blogspot.it/2015/02/la-citta-dei-bambini.html

- NUOVA LINEA PIEDIBUS sull'argine maestro
http://slowtowncasalmaggiore.blogspot.it/2014/11/nuova-linea-piedibus-bicibus-argine.html

In attesa che qualcuno sia folgorato sulla via di Damasco e abbia la "VISIONE" o riceva le tavole di Mosè (sia obbligato dal nuovo codice della strada ad introdurre il 30 km in centro, in approvazione in Parlamento in queste settimane), Vi lasciamo con l'ART. 1 del CdS, che parla di Sicurezza per i Pedoni, con l'esortazione di studiare ed applicare e far applicare il Codice della Strada ai tecnici, alle forze dell'ordine ed ai Cittadini (compresi gli automobilisti). Certo anche dai ciclisti, che si sa oltre ad essere rumorosi e ad inquinare l'aria con le loro pedalate, sono i primi che causano morti e feriti sulle strade !!!!!
 

Art. 1. Principi generali.

"Nuovo codice della strada", decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni.

TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. Principi generali.

1. La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato.

2. La circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali sulle strade è regolata dalle norme del presente codice e dai provvedimenti emanati in applicazione di esse, nel rispetto delle normative internazionali e comunitarie in materia. Le norme e i provvedimenti attuativi si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi: di ridurre i costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; di migliorare il livello di qualità della vita dei cittadini anche attraverso una razionale utilizzazione del territorio; di migliorare la fluidità della circolazione.


Giancarlo Simoni
Daniele Fortunati
Andrea Devicenzi
Nazzareno Condina
Comitato Slow Town